Servizio di messaggistica istantanea WhatsApp offre la possibilità di effettuare chiamate di gruppo per voce e video. La funzione è stata annunciata per la prima volta dalla società madre di WhatsApp, Facebook, che è una conferenza annuale per sviluppatori e imprenditori che costruiscono prodotti e servizi intorno al sito web.
Con questa aggiunta, gli utenti possono effettuare chiamate di gruppo fino a quattro persone avviando una chiamata vocale o video one-to-one, e poi toccando il pulsante 'aggiungi partecipante' nell'angolo in alto a destra dell'app per aggiungere un altro contatto alla chiamata.
La notizia è stata pubblicata da WhatsApp sul suo blog ufficiale che recita: "Negli ultimi due anni, le persone si sono divertite a fare chiamate vocali e videochiamate su WhatsApp. Infatti, i nostri utenti spendono oltre 2 miliardi di minuti al giorno in chiamate".
È opportuno notare che l'azienda di proprietà di Facebook ha introdotto per la prima volta la funzione di chiamata vocale alcuni anni fa. Più di un anno dopo, ha lanciato la funzione di videochiamata. Queste funzioni, tuttavia, erano limitate alle sole conversazioni one-to-one. Con il recente aggiornamento, gli utenti possono ora utilizzare la funzione di chiamata vocale o videochiamata per parlare con altre tre persone contemporaneamente.
"Le chiamate di gruppo sono sempre criptate end-to-end, e abbiamo progettato le chiamate per lavorare in modo affidabile in tutto il mondo in diverse condizioni di rete", ha detto WhatsApp in un post del blog.
In precedenza il governo aveva chiesto a WhatsApp di adottare misure per impedire la circolazione di testi falsi e contenuti provocatori sulla sua piattaforma, in quanto aveva portato a una serie di violenze di massa nel paese. WhatsApp ha risposto evidenziando i messaggi inoltrati e limitandoli a un massimo di cinque contatti alla volta.
Ora, il governo si è di nuovo scagliato contro WhatsApp e gli ha chiesto di proporre soluzioni efficaci che andassero oltre la semplice etichettatura in avanti. Ha anche avvertito l'azienda affermando che i mezzi di comunicazione utilizzati per la propaganda o le voci saranno trattati come abortisti, e potrebbero avere conseguenze legali se rimangono spettatori muti.
